SDISORÈ
di Giovanni Testori
regia di Francesco Frongia
con Ferdinando Bruni
musiche originali di Filippo Del Corno
fisarmonica Fabio Barovero
luci di Fernando Frigerio
produzione Teatridithalia

sdisore

Andato in scena nel 1991 con la regia dello stesso Testori, sdisOrè ripercorre la strada della riscrittura delle grandi tragedie, già sperimentata con Ambleto, Macbetto e Edipus negli anni Settanta e con Sfaust l'anno precedente. Ecco quindi l'Orestea di Eschilo divenire materia plasmabile da reinventare radicalmente, per affidare a un narratore monologante il tormento di Oreste, Orestes, Orè - quasi dissolto e corroso nel magma della parola di Testori – e le voci e i corpi di Clitennestra, Egisto e Elettra.
Ancora una volta ciò che conta per l'autore è la parola incarnata che esprime la sua potenza generando ogni volta una lingua sempre nuova: sostanzialmente una lingua "lombarda", dove però il dialetto è solo uno degli ingredienti, il polo d'attrazione al quale si legano lingue vive e morte (francese, spagnolo, inglese e latino liturgico).
La vicenda è nota: Oreste torna a casa per vendicare il padre Agamennone, ucciso da Clitennestra e dal suo nuovo "ganzo", Egisto, che ora ne usurpa il trono. Accompagnato dall'amico Pilade, trova ad attenderlo alla tomba di Agamennone la sorella Elettra.
Ancora una volta Testori sposta il contesto della tragedia: dalla reggia degli Atridi siamo calati nel cuore della provincia italiana, nel suo amato paesaggio natale. Il risultato è una "Brianza's Tragedy" in cui il tragico e il ridicolo sono giustapposti: un "Oreste un po' da stalla" – come lo definì líautore stesso – profondamente cruento, ma divertente e comico per l'espressività del linguaggio, nel quale Clitennestra è per i figli "vacca sconsacrata" o "poara gaina devastata", Elettra diventa Elettrica grazie all'intervento di Marconi, e la lingua di Egisto diventa "salmistrata" per la paura.
La tragedia segue, con toni grotteschi da grand-guignol d'alta classe, l'intreccio dell'originale, fino a virare bruscamente poco dopo la metà: "per questo lo chiamo sdisOrè, perché la negazione si fa totale. Dopo che Oreste ha compiuto l'assassinio e ha ucciso il patrigno e la madre, Elettra parla al popolo. A lui appaiono le Furie, perde il coraggio e dice "Mi divisisco in due"." E in due si "divisisce" anche la tragedia: l'eroe rinuncia alla giustizia civile, all'assoluzione di Atena e dei cittadini e la voce di Oreste sfuma lentamente in quella dell'autore per cercare - nella coscienza che l'umanità è un'entità indivisibile, che unisce in sé i giusti e i reprobi, e nell'attesa del perdono - una possibile e diversa catarsi al "grande macello" della vendetta.

Non è casuale, ovviamente, la scelta di proporre proprio in questa stagione - nella quale ricorre il decimo anniversario della scomparsa di Testori e l'ottantesimo della nascita - questo testo, mai riallestito dopo il debutto di dodici anni fa.
Lo spettacolo di Teatridithalia, diretto da Francesco Frongia, coglie gli aspetti grotteschi e sanguinari del testo, per fare della riscrittura di Eschilo una rappresentazione grandguignolesca in un baraccone da fiera. Un fattaccio di sangue, una torbida tragedia familiare da cronaca nera che, raccontata in una piazza di un paesotto italiano con l'accompagnamento musicale di una fisarmonica, mescola sfacciatamente toni alti, bassi e popolari. Le scenografie dipinte rappresentano gli ambienti della "cammara privata dei ghenitanti", della "sagra et fatal tomba" o del regal palazzo con i colori accesi e il segno primitivo di certi fumetti horror, compiaciuti di raccontare un'orgia di sangue e carne.
Ferdinando Bruni, che già aveva impersonato l'Oreste eschileo nella traduzione di Pasolini, affronta per la prima volta il teatro di Testori e, più in generale, il teatro di un autore italiano del Novecento. Accanto a lui, a contrappuntare e incalzare una partitura verbale irta, spesso ai limiti dello scioglilingua, le musiche di Filippo Del Corno eseguite dal vivo dalla fisarmonica di Fabio Barovero, "inventore" del gruppo Mau Mau e della Banda Jonica.

18,19,20 dicembre, Parigi, Teatro Comédie des Champs – Elysées
12 marzo, Corsico, Teatro Verdi
13 marzo, San Lazzaro di Savena, ITC Teatro