Angels in America, bestseller del teatro americano scritto da Tony Kushner all’inizio degli anni 90, è uno straordinario ritratto dell’epoca reganiana, dove l’Aids diviene metafora dello sfaldamento sociale, religioso e politico di un’intera epoca.
L’allestimento di Si avvicina il millennio, prima parte dell’opera, segna una tappa fondamentale nella storia della Compagnia dell’Elfo. Già grande successo nella versione televisiva con Al Pacino, questa regia di Elio De Capitani e Ferdinado Bruni ha ottenuto i più prestigiosi riconoscimenti teatrali italiani a partire dal Premio dell’Associazione Critici di Teatro «per uno sviluppo scenico più vicino all’allegoria che alla semplice metafora: dilata l’ampia scena oltre se stessa con virtuali proiezioni cinematografiche di grande effetto, con livelli sonori a volte alterati, che riescono a restituirci tanti piani di realtà, da quelli più chiaramente onirici a quelli di un realismo più tragico e concreto, in un insieme di grande intensità emotiva». A questo riconoscimento sono seguiti il Premio Ubu a De Capitani come Miglior attore non protagonista, il Premio Ubu a Umberto Petranca com eattore under 30, il Premio Hystrio 2008 alla regia e due Premi ETI-Gli Olimpici del Teatro, come miglior regia e miglior spettacolo di prosa.
Per lo storico gruppo milanese ancora uno sguardo politico su realtà nascoste e fiammeggianti in un approccio severo e forte, costruito con semplicità ma anche con profondità nella casta scena di Carlo Sala. Un merito che tocca in egual misura agli interpreti e alla regia illuminista, ma anche carica di sentimento, firmata a quattro mani da Bruni e De Capitani che interpreta da par suo il ruolo di una carogna storica.
È con enorme emozione che si vede e si vive, tra il riso e il pianto, la prima parte di Angels in America. [...] Si sovrappongono dunque le situazioni intime e i dialoghi, in uno spettacolo ricco di fantasia e voglia espressiva che supera i vincoli ambientali, importa fantastiche visioni registrate e ridondanti sonorità.
Dalla prima scena De Capitani, nella parte dell’avvocato Roy Cohn, si diverte a gareggiare con Al Pacino, subito ponendo un problema: non solo chi sia più bravo, più gigionesco, più cattivo; ma cosa sia la cosiddetta copia rispetto all’originale; e che cosa sia il teatro che nasce come teatro, diventa cinema, e torna ad essere teatro. (...) per Bruni-De Capitani è una pacchia, un vero tripudio: sono a casa loro, sembrano i committenti del testo, spasmodico e appassionato, poi finito al cinema e in televisione. (...) Gli straordinari attori sono: Ida Marinelli, Elena Russo Arman, Cristina Crippa, Cristian Maria Giammarini, Edoardo Ribatto, Fabrizo Mattini e Umberto Petranca.