29 marzo 2008 Il Messaggero
SE SPUNTANO LE ALI IL MALE PUO' ATTENDERE
di Rita Sala, Roma

ROMA - New York anni Ottanta. Febbrile, onnivora, leggendaria, la Big Apple è contenitore ideale di due storie: un amore gay, quello fra Louis Ironson e Prior Walter, e un amore etero sfociato nel matrimonio, quello fra Joe Pitt, avvocato mormone, e sua moglie Harper, una giovane donna non proprio effervescente. Le due relazioni si legano con Roy Cohn, anch`egli avvocato, figura storicizzabile, un potentone losco veramente esistito che ha le mani in pasta in affari importanti. La materia viene dall`opera teatrale Angels in America: a Gay Fantasia on National Themes di Tony Kushner, diventata un serial tv del 2003 interpretato, fra gli altri, da Al Pacino, Meryl Streep ed Emma Thompson. E` una grande allegoria sulla condizione degli omosessuali negli Stati Uniti di Ronald Reagan, un viaggio onirico nella colpa, nel timore della condanna e della pena, ma anche nella speranza della resurrezione. Sui gay colpiti dal Male calano gli angeli. Le loro ali abbracciano situazioni estreme, tragiche e tragicomiche, attraversate da una vena di amara autoironia, ma per lo più romantiche, intense, addirittura pure. Fra le piume trovano posto tutti, omosessuali sani e malati, eterosessuali soddisfatti e non, i neri, gli ebrei, le donne...

La lettura scenica, pluripremiata, di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani, in scena all`India di Roma, ha costruito, a partire dal dramma di Kushner, una saga provocatoria e commovente sul tema dell`identità. Ha messo la Persona allo specchio: nella razza, nella religione, nella cultura. E l`affresco che ne vien fuori è un mondo nel quale davvero, come sostengono i due creativi di Teatridithalia, gli uomini «faticano disperatamente a riconoscersi e ad accettarsi». Effetti speciali? Ci sono, come è giusto che sia in un cosmo immaginifico e, appunto, romantico. Ma non si immaginino costruzioni sceniche hollywoodiane o macchine infernali: lo spazio semispoglio si concentra sui corpi, sugli arti, sulle ali, sui marchingegni che gli attori stessi (tutti, nel loro ruolo, perfetti) fanno funzionare per muovere quinte, praticabili, fondi e sfondi. Impalpabile, l`agire del collettivo si stringe e si allarga, dal dettaglio al piano americano, dal campo lungo al totale, con la fluidità di un obiettivo ben manovrato. Sempre, però, "teatrale". Qualsiasi cosa, allora, può carnalmente accadere: che un angelo plani fra noi, che di una disgrazia amorosamente si sorrida, che montagne di dolore si sbriciolino nella semplicità di un amplesso con il divino. Bruni e De Capitani porteranno a Roma, l`anno prossimo, la seconda parte di Angels, dal titolo Perestrojka.