Angels in America; il titolo collettivo di due lunghe commedie di Tony Kushner che debuttarono a New York rispettivamente nel 1990 e nel 1992, furono riprese in molti altri luoghi e in un memorabile adattamento televisivo, e diventarono oggetto di culto in quanto prima elegia-riflessioneepopea sull'arrivo dell'epidemia dell'AIDS nella non ancora liberata comunità gay nordamericana.
Nel suo estroso trattamento il giovane Kushner mischiò ossessioni private e denunce di carattere politico, seguendo le vicende di un gruppo di personaggi i cui percorsi si incrociano. Si procede per brevi episodi ambientati in luoghi diversi e anche in regioni della mente, prevedendo quindi un palcoscenico disponibile a rapide metamorfosi mediante elementi sintetici, ma anche a qualche momento spettacolare ("Molto Steven Spielberg", commenta un personaggio davanti all'esplosione finale).
La prima commedia si intitola Si avvicina il millennio. Ferdinando Bruni e Elio De Capitani ne hanno diretto ora il primo allestimento italiano, nell'eccellente versione di Mario Cervio Gualersi. L'azione si svolge nella seconda metà del 1985 e comincia col funerale ebraico, officiato da un rabbino, di una vecchia immigrata nonna di Louis, impiegato alla Corte d'Appello e convivente di Prior Walter, arredatore, che a differenza di lui è un WASP purosangue con tanto di pedigree. Alla Corte d'Appello Federale lavora anche, ma molto più in alto, Joe Pitt, mormone come sua moglie Harper. Joe è un omosessuale non dichiarato, pertanto responsabile delle frustrazioni di Harper, che si riempie di Valium e ha delle allucinazioni mentre il marito è sempre più succube del cinico avvocato Roy Cohn, omosessuale predatore ed ex aiutante del senatore McCarthy, fiero di aver mandato sulla sedia elettrica Ethel Rosenherg. All'inizio Prior Walter annuncia a Louis di avere l'AIDS, e quanto avviene dopo è contrappuntato dall'evoluzione del suo male, che cambia molte cose anche se non lui, incrollabilmente coraggioso e ironico. Louis però alla lunga non sopporta le sofferenze del partner, e dopo averlo tradito, lo abbandona. Intanto Roy Cohn, che si scopre infettato e condannato a sua volta, tenta di convincere il mormone Joe ad accettare un posto a Washington dove potrà imporgli traffici illeciti, riuscendo a estraniarlo dalla sempre più smarrita moglie Harper...
Ci sono altri personaggi, tra cui un travestito del Belize che fa l'infermiera, e allargandosi la tela dà sempre più il senso di una comunità multietnica priva di un vero centro. Le scene sono sempre incisive, i dialoghi, brillanti, e lo spettacolo prodotto dall'Elfo rende loro giustizia, riuscendo a far sembrare leggeri i tre atti di circa un'ora ciascuno. Ostentatamente povero per la maggior parte del tempo (scene di Carlo Sala), l'allestimento nel vasto spazio vuoto del Teatro delle Passioni non rinuncia a sorprendere con qualche sporadico effetto speciale, vedi il portentoso arrivo dell'Angelo annunciante il nuovo millennio. (...) Otto interpreti dànno vita a molti caratteri; sono tutti validi, ma la migliore è la minuta, energica Elena Russo Arman come Harper. Tra gli altri, De Capitani come lo squalo Cohn, Cristian Maria Giammarini come Joe, e, particolarmente notevole, Edoardo Ribatto come Prior Walter. Ottimo successo, anzi, addirittura ovazioni; ancora qui fino al 13.