Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani hanno firmato insieme la regia di questo bestseller del teatro americano, ottenendo da subito il Premio ANCT (Associazione Nazionale Critici di Teatro). A questo riconoscimento sono seguiti, due Premi Ubu ’07, il Premio Hystrio ’08 alla regia e due Premi ETI-Gli Olimpici del Teatro ’08, come miglior regia e miglior spettacolo di prosa.
Angels in America, saga provocatoria e commovente, composta in due parti: Si avvicina il millennio e Perestroika. La prima parte, coprodotta da ERT e da Teatridithalia, ha debuttato con successo al Teatro delle Passioni di Modena nel maggio 2007. La seconda parte, Perestroika, debutterà nell'ottobre 2009 al Festival Vie, Scena contemporanea di Modena.
Il sottotitolo esplicito, Fantasia gay su temi nazionali, non sintetizza tutta la ricchezza dell’opera di Tony Kushner e la complessità dei suoi personaggi: l’autore sa infatti indagare il tema dell’identità in profondità, sondandone tutte le componenti, razziali, religiose e culturali, e riesce a dipingere un mondo - il nostro - nel quale gli esseri umani faticano disperatamente a riconoscersi e accettarsi con consapevolezza e dignità.
Lo scenografo Carlo Sala si è ispirato all’ambiente essenziale del Teatro delle Passioni, creando uno spazio ampio e semivuoto, luogo ideale per le immagini video di Francesco Frongia, capaci di trasformare la scena ora nello skyline che domina Central Park, ora nel panorama di Salt Lake City, nei cumuli di ghiaccio dell’Antartico, in bilico tra realtà e allucinazioni mentali. Il cast è guidato da Elio De Capitani nel ruolo di Roy Cohn (Premio Ubu come miglior attore non protagonista). Insieme a lui un gruppo affiatato di attori non ancora quarantenni: Edoardo Ribatto nel ruolo centrale di Prior, Umberto Petranca in quello di Louis (per il quale a vinto l’Ubu come attore under 30), Elena Russo Arman, Cristian Maria Giammarini e Fabrizio Matteini. Completano il cast due volti celebri della compagnia dell’Elfo: Ida Marinelli e Cristina Crippa.
Per lo storico gruppo milanese ancora uno sguardo politico su realtà nascoste e fiammeggianti in un approccio severo e forte, costruito con semplicità ma anche con profondità nella casta scena di Carlo Sala. Un merito che tocca in egual misura agli interpreti e alla regia illuminista, ma anche carica di sentimento, firmata a quattro mani da Bruni e De Capitani che interpreta da par suo il ruolo di una carogna storica.
È con enorme emozione che si vede e si vive, tra il riso e il pianto, la prima parte di Angels in America. [...] Si sovrappongono dunque le situazioni intime e i dialoghi, in uno spettacolo ricco di fantasia e voglia espressiva che supera i vincoli ambientali, importa fantastiche visioni registrate e ridondanti sonorità. E per una volta si può contare su un’adesione interpretativa di felice compattezza in cui spiccano le tormentate raffigurazioni di Cristian Maria Giammarini e Elena Russo Arman, i trasformismi di Ida Marinelli, l’introspezione di Umberto Petranca e Edoardo Ribatto, assieme al redivivo Fabrizio Matteini.
Cito il film di Nichols perché dalla prima scena De Capitani, nella parte dell’avvocato Roy Cohn, colui che nel 1952 spedì sulla sedia elettrica i coniugi Rosenberg, si diverte a gareggiare con Al Pacino, subito ponendo un problema: non solo chi sia più bravo, più gigionesco, più cattivo; ma che cosa sia la cosiddetta copia rispetto all’originale, e che cosa sia il teatro che nasce come teatro, diventa cinema, e torna a essere teatro. [...] D’altra parte la commistione dei mezzi tecnici e degli stili – da quello della recitazione psicologico-naturalistica a quello barocco delle visioni, sogni nel caso degli uomini, tutti omosessuali, allucinazioni nel caso di Harper, l’eterna moglie americana, insoddisfatta e impasticcata – questa commistione è l’essenza sia formale che concettuale di Kushner. Nel senso della forma per Bruni e De Capitani è una pacchia, un vero tripudio: sono a casa loro, sembrano i committenti di un testo spasmodico e appassionato, poi finito al cinema e in televisione.