Riconoscimenti: Premio Ubu per il teatro 2007 a Elio De Capitani quale migliore attore non protagonista e Umberto Petranca quale miglior attore under 30.

• programma di sala 2006/2007 (733kB pdf)
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Recensioni:
Masolino D'Amico su La Stampa
Franco Quadri su La Repubblica
Franco Cordelli sul Corriere della Sera
Gianni Manzella su Il Manifesto
Sandro Avanzo su Liberazione
Maria Grazia Gregori su L'Unità
Limone Fonderie Teatrali Moncalieri (Torino) 20-25 novembre 2007
Teatro Mercadante Napoli 28 nov-9 dic 2007
Teatro Goldoni Livorno 12-13 dicembre 2007
Teatro Fabbricone Prato 14-18 maggio 2008
Angels in America
Fantasia gay su temi nazionali
Prima parte: Si avvicina il millennio
di Tony Kushner
traduzione di Mario Cervio Gualersi (edita da Ubulibri)
regia di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani
Elio De Capitani - Roy M. Cohn/Prior 2, fantasma
Elena Russo Arman - Harper Amaty Pitt, moglie di Joe/Martin Heller
Ida Marinelli - Hannah Porter Pitt, madre di Joe/Rabbino Isidor Chemelwitz/Henry, medico di Roy
Cristina Crippa - Emily/Ella Chapter/la donna del South Bronx/Ethel Rosenberg
Cristian Maria Giammarini - Joseph Porter Pitt/Prior 1, fantasma/l'Eschimese
Edoardo Ribatto - Prior Walter, il compagno di Louis/l'uomo nel parco
Fabrizio Matteini - Belize, ex amante di Prior/Mr Bugia
Umberto Petranca - Luis Ironson
scene di Carlo Sala
costumi di Ferdinando Bruni
video di Francesco Frongia
luci di Nando Frigerio
suono di Giuseppe Marzoli
una produzione TEATRIDITHALIA/Emilia Romagna Teatro Fondazione
Premio ANCT (Associazione Critici di Teatro) 2007

angelsinamerica

Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani, di nuovo insieme alla regia, portano in scena un bestseller del teatro americano, Angels in America, saga provocatoria e commovente che si articola in due parti: Si avvicina il millennio e Perestroika. La prima parte, coprodotta da ERT/Emilia Romagna Teatro Fondazione e da Teatridithalia, ha debuttato con successo al Teatro delle Passioni di Modena nel maggio scorso; la seconda andrà in scena nella stagione 2008/2009.

Il dramma (o la commedia) di Tony Kushner ha fatto incetta di premi oltreoceano (Premio Pulitzer nel 1993, poi numerosi Tony Award, e infine 5 Golden Globe e 11 statuette agli Emmy Awards per la versione televisiva con Al Pacino, Meryl Streep e Emma Thompson) e, al suo debutto londinese per la regia di Declan Donnelan, è stata definito dal Sunday Times "una Divina Commedia per un'età laica e tormentata; un terremoto nel teatro, sconvolgente, terribile e magnifico".

Il sottotitolo esplicito, “fantasia gay su temi nazionali”, non sintetizza tutta la ricchezza dell’opera e la complessità dei personaggi: Kushner infatti affronta di petto il tema dell’identità, ma non per esaurirlo sotto il profilo sessuale, bensì per sondarne in profondità tutte le componenti, razziali, religiose e culturali, e per dipingere un mondo - il nostro - nel quale gli esseri umani faticano disperatamente a riconoscersi e accettarsi con consapevolezza e dignità.

I due testi raccontano le vicende sentimentali e i conflitti di due coppie: la relazione gay tra Prior Walter, che scopre di essere malato di AIDS, e Louis Ironson, incapace di accettare la malattia e il dolore, e il matrimonio fra l'avvocato mormone Joe Pitt, dilaniato nelle scelte sia private che professionali, e Harper, giovane moglie depressa; le loro storie s’intrecciano a quelle di Roy Cohn, personaggio realmente esistito, famoso e potente avvocato, e di Belize, infermiere professionale ed ex travestito. Sono tutti rappresentanti del melting pot della Grande Mela e, pur se legati al contesto storico degli anni Ottanta, si elevano a emblemi attuali e universali di un’umanità dolente.

Il registro della quotidianità, la concretezza del dolore e della malattia descrivono solo in parte questo testo immaginifico e barocco, nel quale gli angeli non sono quelli consolatori che volano sopra il cielo di Berlino, ma esseri grandiosi, narcisisti e un po’ hollywoodiani, che hanno il compito di trovare colui che più di ogni altro sappia aprire gli occhi su quest’epoca confusa e infelice, orfana di ideologie e di ideali.

Lo scenografo Carlo Sala ha voluto ricostruire all’Elfo l’ambiente essenziale del Teatro delle Passioni di Modena, fatto di nude mura di mattoni chiari: si crea così uno spazio ampio e semivuoto, dove vengono introdotti pochi elementi essenziali, luogo ideale per le immagini video di Francesco Frongia, capaci di trasformare la scena ora nello skyline che domina Central Park, ora nel panorama di Salt Lake City, nei cumuli di ghiaccio dell’Antartico, in bilico tra realtà e allucinazioni mentali. Il cast è guidato da Elio De Capitani, al quale è affidato il ruolo di Roy Cohn, avvocato di successo, già pupillo di MacCarthy, il senatore che scatenò la caccia alle streghe che infangò la storia degli Stati Uniti nel dopoguerra. Insieme a lui Ida Marinelli e Cristina Crippa, volti noti della compagnia, e un gruppo affiatato di attori tra i trenta e i quarant’anni: Elena Russo Arman e Cristian Maria Giammarini, già interpreti di molti spettacoli dell’Elfo, Edoardo Ribatto, Fabrizio Matteini e Umberto Petranca.