Venerdì 23 novembre ore 18.00, presso Mondadori Multicentre P.za Duomo - Alessandro Genovesi ospite della rassegna "Gli incontri di Milano per lo spettacolo" incontra il pubblico.
Il quinto incontro nato dalla collaborazione tra il Comune di Milano e Mondadori Multicentre di Piazza Duomo 1, vede Alessandro Genovesi protagonista di questo appuntamento. Da un giovane attore all'esordio come drammaturgo sarebbe lecito attendersi qualche approssimazione, qualche incertezza di scrittura. Invece il trentaquattrenne Alessandro Genovesi non mostra una sbavatura, un cedimento: il testo di cui è autore e regista, Happy Family (in scena dal 29 novembre al 31 dicembre al Teatro dell'Elfo), scorre lieve e brillante seppur venato da un sottofondo di sottile dolore, evidenziando una mano decisamente sicura, e una sorprendente coerenza stilistica. Un autore-rivelazione capace di mettere a fuoco i sentimenti e di suscitare emozioni, con delicatezza e levità, unendo divertimento a commozione.
L'incontro sarà introdotto dall'Assessore alla Cultura, On. Vittorio Sgarbi.
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Elfo, dal 29 novembre al 31 dicembre 2007
[riposo: dal 23 al 25 dicembre – orari speciali: 26 dicembre ore 16.00 – 31 dicembre ore 20.00]
Happy Family
uno spettacolo di Alessandro Genovesi
con Gabriele Calindri Vincenzo, Linda Gennari Anna, Elisa Langone Filippo, Martina Galleta Anna, Roberta Rovelli Caterina
Corinna Agustoni Nonna Anna, Olga Rossi Mamma, Massimiliano Speziani Papà, Alessandro Genovesi Ezio, Jean-Christophe Potvin Gianni
luci di Rocco Colaianna
suono di Jean-Christophe Potvin
oggetti e arredi 1380
Premio speciale della giuria Premio Riccione per il Teatro 2005
una produzione TEATRIDITHALIA
in collaborazione con Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi

Al debutto nel maggio scorso Happy Family ha ottenuto un successo di pubblico (5000 presenze) e di critica sorprendenti, rivelando il talento registico e drammaturgico di Alessandro Genovesi, apprezzato fino ad allora solo come attore. Lo spettacolo torna in scena con un cast parzialmente rinnovato, riconfermando la collaborazione con la Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi e con 1380 per gli arredi scenici.

Due famiglie incrociano i destini a causa dei figli quindicenni caparbiamente decisi a sposarsi. Un banale incidente stradale catapulta il protagonista-narratore, Ezio, al centro di questo microcosmo, nel quale i genitori possono essere saggi, ma anche più sballati dei figli, le madri nevrotiche e coraggiose, le nonne inevitabilmente svampite, le figlie bellissime e i cani cocciuti e innamorati. In poche parole, due famiglie di oggi, che sfuggono alle catalogazioni e alle etichette, in evoluzione continua, in equilibrio precario, vive felici e confuse.

Ezio ha trentuno anni, sostiene di non avere grossi problemi (ma soffre di mal di schiena e di crisi di panico), è ricco (perché ha ereditato dal padre il brevetto della pallina per lavatrice), è stato mollato dalla fidanzata: «Il momento era arrivato. L’incidente aveva rotto qualcosa e non parlo solo di alcune mie ossa... da quel momento in poi non ho mai più avuto voglia di stare da solo, di mangiare da solo, di vivere da solo».

DALLA RASSEGNA STAMPA:

Da un giovane attore all’esordio come drammaturgo sarebbe lecito attendersi qualche approssimazione, qualche incertezza di scrittura. Invece il trentaquattrenne Alessandro Genovesi non mostra una sbavatura, un cedimento: il testo di cui è autore e regista, Happy family, scorre lieve e brillante seppur venato da un sottofondo di sottile dolore, evidenziando una mano decisamente sicura, e una sorprendente coerenza stilistica. (...) Ciò che realmente gli sta a cuore, ciò che gli riesce meglio e ne fa davvero un autore-rivelazione è la sua capacità di mettere a fuoco le sfumature dei sentimenti, di giocarci con destrezza, di suscitare emozioni per poi abbandonarle e di nuovo riprenderle, passando in un attimo dal divertimento alla commozione più sfacciata, ma con delicatezza, senza quasi che lo spettatore se ne accorga.

Renato Palazzi, del Teatro.it

Sul palcoscenico nudo e dilatato su più piani, dove si può circolare in bici, inventarsi una pizzeria, giocare sull’ubiquità, ognuno si può coltivare il suo orto di sorprese, evasioni programmate e scoperte, senza ignorare i sentimenti e anche i cani si fidanzano. (...) E il miracolo si avvera grazie al bellissimo cast di cui vanno ricordati l’inventiva di Massimiliano Speziani, la nonna con l’Alzheimer di Corinna Agustoni, la vena assorta di Gabriele Calindri, e il cane che pensa in francese di Jean-Christophe Potvin.

Franco Quadri, la Repubblica

Un autore è pirandellianamente sul palcoscenico con i suoi personaggi, con loro dialoga e entra nella storia che fa loro vivere. È Alessandro Genovesi che recita nel ruolo del giovane scrittore alle prese con una trama che gli si forma in testa, e prende vita immediatamente sulla scena. (...) Con una felice idea drammaturgica, con taglio cinematografico, dialoghi veloci, brevi monologhi, fa vivere una commedia di bella leggerezza che si intreccia lungo molte vite per raccontare una quotidianità di ordinaria nevrosi, paura di solitudine, insicurezze di ogni tipo e bisogno d’amore.

Magda Poli, Corriere della Sera
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Recensioni:
Magda Poli sul Corriere della Sera
Renato Palazzi su delteatro.it
Luca Vido su Il Giorno
Franco Quadri su La Repubblica
Claudia Cannella su Vivimilano