La stagione 2005-2006


EDITORIALE STAGIONE 2005-2006

Il teatro libera la mente.

Dieci produzioni, di cui sei di autori contemporanei, raccontano da sole una vocazione, una tendenza e una linea di lavoro che continuano negli anni a essere le stesse, caparbiamente e felicemente la stesse, in uno sforzo costante perché il teatro riesca sempre a conservare viva la sua qualità di luogo di incontro e di scambio, perché mantenga un contatto vitale con la realtà e con il mondo e al tempo stesso li superi per farsi materia d’arte e motore di conoscenza.

Perché, parafrasando Fassbinder, “liberi la mente”.

Le grandi, violente, a volte drammatiche sollecitazioni che ci arrivano dalle vicende del mondo contemporaneo devono a nostro avviso trovare spazio di elaborazione, riflessione comune e sintesi artistica all’interno del teatro, e al teatro spetta il compito, non scontato, di cercare un linguaggio che trovi la strada per incidere sulle coscienze contemporanee attraverso i suoi antichissimi strumenti: l’emozione e la condivisione.

Ripercorrendo a volte i luoghi mitici del teatro classico, a volte frugando nello squallore e nel degrado dell’infelicità dei nostri giorni.

La stagione si apre appunto in una malinconica cucina della provincia austriaca dove LE PRESIDENTESSE, tre sgangherate pensionate elevate ironicamente da Werner Schwab al ruolo del titolo, intrappolate in un gioco al massacro fatto di parole e immagini sempre più feroci, in una rete di cattiverie e di deliri a volte irresistibilmente comici, finiranno letteralmente per farsi a pezzi sullo sfondo patetico e melenso del più sfrenato kitch musical-vaticano. Interpretano i tre “mostri” Corinna Agustoni, Cristina Crippa e Anna Coppola, dirette da Elio De Capitani.

A sei anni dall’ultimo allestimento, ritorna poi in scena AMLETO, nuova tappa di uno spettacolo-laboratorio su un testo che è un’inesauribile fonte di riflessioni e di scoperte e uno strumento acutissimo di lettura del presente. A Ferdinando Bruni e Ida Marinelli, già premiati da un’ottima recensione sul Financial Times (Ferdinando Bruni domina il dramma come a pochi Amleti è mai riuscito, e lo fa con la sola forza della mente: solo stando fermo emana energia) si aggiungono tra gli interpreti Elio De Capitani, regista dello spettacolo, nel ruolo del re Claudio e Elena Russo in quello di Ofelia.

Il dodici dicembre, giorno del trentaseiesimo anniversario della strage di Piazza Fontana, Teatridithalia ripropone MORTE ACCIDENTALE DI UN ANARCHICO di Dario Fo. In una scena che è un monumento alla burocrazia, fra scaffali che crollano sotto il peso di mille pratiche inevase, di mille verità mai rivelate, impazzano le maschere grottesche e sinistre dell’eterna farsa del potere all’italiana e le esilaranti trovate del Matto, interpretato per la prima volta da Ferdinando Bruni, in uno spettacolo che riesce a coniugare impegno e umorismo, sdegno civile e giocosità.

Satira e sberleffo anche in DON GIOVANNI ROCK PARTY, una riscrittura della commedia di Molière per mano di Andrea Taddei. Circondato da un cast di sole donne, ridimensionato nel suo titanismo di seduttore maledetto, il protagonista si muove in una festa mascherata in cui l’immaginario contemporaneo e l’estetica del rock si insinuano nell’intreccio originale per svelare i trucchi di un dongiovanni di periferia.

Nel segno di un interesse per la drammaturgia tedesca che ha origine nei primi anni ottanta, Elio De Capitani dirige RIVA ABBANDONATA MATERIALE PER MEDEA PAESAGGIO CON ARGONAUTI di Heiner Müller. Considerato uno dei massimi autori del novecento, già affrontato da De Capitani in una messa in scena radiofonica de La Missione, Müller rilegge con caustica intelligenza il mito della maga tradita e infanticida, facendo conflagrare la sua “barbarie” con la “civiltà” di Giasone e del mondo greco. E ancora una volta storia e mito diventano chiavi per leggere il presente.

Dopo La costruzione di un amore, un nuovo concerto di canzoni e poesia per raccontare l’amore in una città fra le meno adatte a far da cornice al nascere dei sentimenti. In CUORE A NUDO Fabio Barovero, Ferdinando Bruni, Mauro Ermanno Giovanardi, diretti da Francesco Frongia, scambiandosi i ruoli, giocando con i generi e le epoche, danno musica e voce alle parole di poeti e cantautori milanesi e non, per ricreare l’atmosfera di strade, luoghi, momenti e reinventare “una topografia del cuore” che è anche un omaggio a volte beffardo, a volte malinconico, alla nostra così poco romantica città .

Il calendario delle nostre produzioni in sede si chiude con la ripresa di un successo della scorsa stagione: COME GOCCE SU PIETRE ROVENTI di R. W. Fassbinder, “commedia pseudotragica” e nostro quarto incontro con un autore che è diventato un punto di riferimento imprescindibile per il nostro lavoro. Passione e lucidità per dimostrare che l’amore non è solo una faccenda privata, ma il laboratorio di ben altre violenze. Un melò scarno e brutale come un match di box, in cui a colpire duro sono le parole.

E mentre in tournée gireranno AMLETO, LOLA CHE DILATI LA CAMICIA, LA TEMPESTA e a Macerata debutterà IL GIARDINO DEI CILIEGI di Anton Čechov per la regia di Ferdinando Bruni, con Ida Marinelli, Elio De Capitani, Paolo Pierobon protagonisti, la stagione di ospitalità apre uno sguardo sulla scena italiana più vivace.

Proposte che spaziano dai grandi nomi del teatro, spesso in ruoli inediti e imprevedibili, agli autori e registi più innovativi, tutti comunque impegnati sul fronte di un teatro dichiaratamente contemporaneo: Davide Enia, un solista che invece qui dirige uno spettacolo corale, SCANNA, prodotto dalla Biennale di Venezia 2004 dove ha debuttato, Danio Manfredini con CINEMA CIELO, protagonista nella scorsa stagione di un successo che ne impone il ritorno, un artista appartato e appassionato come Cèsar Brie, cui ci lega un’antica amicizia, che col suo Teatro de Los Andes propone due biografie struggenti ed esemplari, FRAGILE e OTRA VEZ MARCELO.

E poi Roberto Herlitzka (nei panni di una vecchia nazista) e Milena Vukotic diretti da Lina Wertmuller In LASCIAMI ANDARE MADRE tratto dal libro di Helga Schneider, Cesare Lievi, autore e regista di FOTOGRAFIA IN UNA STANZA, un URFAUST reinventato da Andrea Liberovici che coinvolge due vecchie volpi della scena come Ugo Pagliai e Paola Gassmann in una trama che intreccia musica, video e sperimentazioni sonore. E, per finire con contaminazioni e riletture, ROMEO E GIULIETTA – NATI SOTTO CONTRARIA STELLA, che riunisce, con la complicità di Leo Muscato, un cast di attori dalle provenienze più disparate intorno a un progetto che affronta con amore e irriverenza l’eterna storia degli amanti di Verona.

Accanto a queste proposte poi, i vivacissimi spettacoli dei nostri “vicini di casa” QuellidiGrock che ripropongono IL MALATO IMMAGINARIO, grande successo della scorsa stagione, affrontano gli intrighi maliziosi e divertenti di MOLTO RUMORE PER NULLA, loro primo incontro con Shakespeare e infine riversano la loro verve clownesca e stralunata in un testo che sembra scritto per loro: l’ UBU RE di Alfred Jarry.

Ferdinando Bruni e Elio De Capitani

La stagione 2005-2006