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L'ANNO CHE VERRÀ
"Il teatro dovrebbe essere soltanto un incontro tra esseri umani. Tutto il
resto serve solo a confondere". Ingmar Bergman
È il nostro manifesto per la prossima stagione. Il progetto centrale degli
anni a venire per Teatridithalia è un'officina triennale con gli attori
della Compagnia dell'Elfo per l'allestimento in progressione dell'
Orestiade di Eschilo nella traduzione di Pier Paolo Pasolini. Ma
l'Orestiade sta cambiando negli anni, andrà molto lontano dai suoi punti di
partenza e dai suoi antenati diretti. Ne parleremo a tempo debito. Prima
c'è da dire delle molte altre cose in programma, nuove esperienze e
esperimenti che arricchiranno il nostro repertorio e prepareranno la strada
al progetto triennale della triologia eschilea. In questa stagione
riprenderemo diversi spettacoli dal repertorio - quasi tutti anche Milano,
ma alcuni solo in tour -, tra cui alcuni titoli importanti:Sogno di una
notte di mezza estate, Lola che dilati la camicia, La morte e la fanciulla,
Amleto, Le porte dell'ira. Da Urlo a Kaddish e altri. Poi il programma
prevede impegni importantissimi e novità di cui alcune attese da tempo.
IL NUOVO FASSBINDER
Primo fra tutti, l'allestimento finale de I rifiuti, la città e la morte,
il testo più discusso e scabroso di R.W.Fassbinder, terza tappa del lavoro
sull' autore simbolo del nostro teatro, firmato da Bruni e dal
sottoscritto, che andrà in scena a novembre, dopo essere stato visto come
lettura scenica e come studio nelle due passate stagioni.
È considerato un testo impossibile per due ordini di problemi: le accuse
di antisemitismo e la struttura stessa, molto, complessa, dello spettacolo.
Per quel che ci riguarda è un testo che ha fra i suoi temi la vita nelle
città tedesche subito dopo la guerra, la speculazione edilizia, la
schiavitù sessuale e anche l'antisemitismo. Ci sono personaggi
visceralmente antisemiti è c'è la dichiarazione del protagonista, A. detto
il ricco ebreo, di essere cosciente di usare strumentalmente il senso di
colpa tedesco nei confronti degli ebrei per le sue speculazioni e di essere
a sua volta, e altrettanto consciamente, usato dai grandi speculatori della
città che si nascondono dietro di lui. Le accuse a Fassbinder di fascismo e
di antisemitismo, riesplose violentemente in questi giorni per l'annuncio
di una messinscena del testo a Berlino, trovano a nostro avviso ben pochi
appigli nel testo: lo sguardo di Fassbinder è sempre quello dell'ironia e
della pietà insieme, anche quando appare provocatorio. La nostra messiscena
vuole anche essere un contributo a svelenire il dibattito tedesco
riportando l'attenzione sulla struttura drammatica del testo e sul valore
indubitabile dell'opera. Sarà un impegno imponente, che vedrà l'ensemble
dell'Elfo quasi al completo, diciotto attori che hanno lavorato con noi
negli ultimi spettacoli, un evento molto atteso dal nostro pubblico.
GLI AUTORI ITALIANI
Cinque le produzioni di autore italiano: un impegno fortissimo e
significativo, con produzioni e ospitalità. Fedra di Agnese Grieco, in
prima nazionale dopo il successo dello scorso anno a Stoccarda. Le Buttane
di Aurelio Grimaldi, tratto dall'autore dalla sua omonima opera narrativa:
il testo, ancora poco valorizzato sul palcoscenico, deve la sua fama al
film che ne fu tratto e che è ormai un cult italiano. La nuova gioventù,
spettacolo-concerto su poesie di Pier Paolo Pasolini e di Mauro Valoppi,
un giovane poeta friuliano. La ripresa di In Exitu e lo studio su Confiteor
di Giovanni Testori; l'atteso debutto di Tango Americano di Rocco
D'Onghia, dopo la preview della lettura scenica al Festival dei due Mondi
qualche anno fa a Spoleto.
KOLTES, SARAH KANE
L'apertura agli autori italiani, maturata dopo lunghe riflessioni, si
affianca a un'analoga apertura a nuovi registi. A questi è affidata una
responsabilità importante, dare continuità al lavoro sugli autori
contemporanei avviato da anni dai registi stabili. E così vedremo il
Koltès (La foresta di rue St. Denis) di Antonia Pingitore e Giancarlo
Previati, già assai promettente nella sola replica data come studio lo
scorso anno. Vedremo anche una lettura scenica (in vista dell'allestimento
per al prossima stagione) di Cleansed di Sarah Kane secondo la lettura del
giovanissimo regista, ex-Jugoslavo di formazione statunistense, Ivan
Talijancic e il già citato studio di Confiteor cui sta lavorando
Extramondo.
E qui vorremmo aggiungere che anche il progetto conclusivo sull'Orestiade
è, per noi, un progetto di teatro contemporaneo, perché Eschilo viene
visitato attraverso l'italiano di Pier Paolo Pasolini, la lingua del
periodo in cui scrisse Le ceneri di Gramsci. È una scelta assai
vincolante, ma indispensabile. Nasce dall'esigenza più sentita in questo
momento nel nostro gruppo: senza essere schiavi del nostro tempo, viverlo
fino in fondo, condividerlo, ma ricordare sempre che il teatro è
attraversato da un torrente sotterraneo, misterioso, che ha percorso i
millenni, che viene da lontano, da una zona segreta del cuore antico
dell'umanità.
Elio De Capitani - Milano, 25 luglio - 3 settembre 1998
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La stagione 1998-1999 |
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