La stagione 2009-2010

EDITORIALE STAGIONE 2009-2010

Il teatro può e deve essere il luogo dove l’umano ritrova se stesso.

È stato ripetuto tante volte, sia da noi che da molti altri, ma forse in una logica troppo difensiva, sotto l’attacco di questa specie di appiccicosa e asfissiante ondata populista e antisociale che ci sta sommergendo. Mai come oggi è essenziale alla sopravvivenza di tutti noi, che crediamo in un teatro vivo, la consapevolezza di incarnare un pensiero e una pratica fondamentali per il futuro della nostra civiltà. Mai come ora è chiara la necessità di convincere tutti i nostri interlocutori di questa funzione essenziale dell’arte teatrale.
Il teatro contiene in sé la straordinaria capacità di mostrare come si possa restituire la comunicazione a se stessa: ma occorre far uscire il teatro dal regno dei segni da decodificare, in cui ancora si culla, e farlo tornare a quello dell’incontro tra esperienze, individuali e sociali. Il teatro è al tempo stesso terreno di scontro e luogo di incontro. Sappiamo che il teatro è una piccolissima scheggia in un mondo che ragiona per cifre iperboliche, per masse. Solo ciò che fa massa, oggi, riesce a contare qualcosa.
Restituire alla comunicazione una funzione sociale di aggregazione e dialogo costituisce un atto di grande disobbedienza civile, un atto di dissenso che ha un’enorme rilevanza in sé, se viene portato al grado massimo di consapevolezza. Tutti devono contrastare la tendenza a conformare la più naturale delle attività umane, il comunicare, ad un solo modello, quello mediatico. Tutti: artisti, critici, organizzatori, tecnici, pubblico…
Il teatro deve fare di tutto per spazzare via da sé le tentazioni di quel modello – anche nelle forme della sua promozione - e riaffermare la sua essenza e la sua capacità di essere luogo sociale per eccellenza, un luogo avanzato, un luogo all’avanguardia: intendendo la sua capacità di essere avanguardia sociale e non solo estetica. I superamenti, oggi, non possono più essere solo e puramente formali, ma devono agire anche sul piano della realtà, perché è lì che si gioca la grande partita, il vero scontro di civiltà.

Ferdinando Bruni e Elio De Capitani



La stagione 2009/2010