5 giugno 2009, la Repubblica
Tragica Crippa madre straziata
di Sara Chiappori

LA NUMERO 13 è una tomba del Cimitero Monumentale. Sopra la lapide, svetta una statua di Lucio Fontana: un angelo azzurro senza testa con grandi ali dorate. Nel monologo di Pia Fontana, drammaturga appassionata e poco conciliante, quella tomba è la meta ossessiva di una donna che non sa più distinguere tra realtà e spettri dell’inconscio. Piegata dal dolore, madre che non accetta il peggiore dei lutti e combatte lo strazio gettando cascate di giallo su pareti di un bianco agghiacciante, è una figura tragica di devastante concretezza. Cristina Crippa si cala anima e corpo in un ruolo ad alto rischio, diretta da Elio De Capitani, in questo caso regista pudico di una storia tutta al Femminile. Allestito per un centinaio di spettatori, invitati sul sul palco dell’Elfo, a sipario chieso e a distanza molto ravvicinata con l’autrice, questo spettacolo è anche il modo migliore per ricordare l’autrice, scomparsa a febbraio.