5 marzo 2009, Avvenire
Teatro, rivive il Plauto borgataro di Pasolini
di Domenico Rigotti

Molti forse dimenticano che accanto alle sei tragedie teatrali lasciateci da Pier Paolo Pasolini è da aggiungersi anche un settimo copione del tutto particolare. Ci riferiamo a Il Vantone che è un riscrittura (l’autore usò il termine «traslazione») del tutto singolare del Miles gloriosus di Plauto, il più grande tra i commediografi latini. Un copione che pur rispettando interamente il racconto plautino naviga tra filologia e inventiva; a vedere molto "letterario" ma dove però anche qua e là scorre un sangue caldo e genuino. Caduto nel dimenticatoio - produzione Teatridithalia e Associazione Pistoiese, adesso, partendo dal milanese Teatro Leonardo, a rilanciare con eccellente risultato è il giovane e ben accreditato regista Roberto Valerio cresciuto alla scuola di Castri - nacque Il Vantone su commissione di Vittorio Gassman per il suo Teatro Popolare. Fu messo in prova ma non arrivò sulla scena. Si era nel 1961 a quell`epoca Pasolini con Accattone si avvicinava anche al cinema.
L`operazione teatrale si situava in maniera provocatoria nel dibattito linguistico di quegli anni tra la lingua della realtà e certi dialetti in via di consunzione, tra gli sperimentalismi e l’italiano tecnologico. Pur adottando il verso martelliano di molieriana memoria, il suo Vantone, alias il fanfarone Pirgopolinice, veniva a parlare il gergo della borgate romane. Un romanesco peraltro contaminato e un po' di sua invenzione. Pasolini allargando la sua visione altresì a quella «lingua d’avanspettacolo» la sola a suo pare capace di rendere quel tanto di sanguignamente plebeo che è nel teatro plautino e soprattutto nel Miles gloriosus.
Nella storia, storia con nervatura tragica, di quel soldato millantatore Pirgopolinice che viene beffato dal suo scaltro schiavo. Affronta il testo Roberto Valerio come se fosse un piccolo classico e lo immerge in una sorta di atemporalità. Ben riuscendo a equilibrare e il registro naturalistico, o della realtà, e quello comico (felici, e nel punto giusto, gli excursus nel vecchio teatro di varietà).
La rappresentazione puntata su una gestualità brusca, fatta di scatti freddi e moderni che trova presa sul pubblico. Ciò avvalendosi di attori bravi e assai ben preparati. Tra i quali spicca il Pirgopolinice di Nicola Ragnanese, già spalla di Antonio Albanese, ma soprattutto a far la parte del leone con una istrionità alla Proietti è lo stesso Valerio nel ruolo del servo Palestrione, colui che poi è il vero protagonista, uno che applica le astuzie della ragione per il suo riscatto. Gli altri sono Francesco Feletti, Massimo Grigò, Michele Nani e Roberta Mattei.