8 novembre 2008 l’Unità
IL SACRIFICIO DI SARAH KANE
Duro, spietato, crudo e straordinario: il Teatro dell’Elfo riporta in scena il testo che ci rivelò una grande autrice
di Maria Grazia Gregori, Milano

Tutta la violenza del mondo – guerre, stupri, orrori – per un teatro alla ricerca di una catarsi impossibile da raggiungere. Di questo e di una vita segnata da un’inspiegabile ferocia, dalla tortura e da una specie di amore impotente e disperato che ha bisogno di gesti estremi, racconta Blasted (Dannati), opera prima di Sarah Kane, scritta nel 1995, quando la grande drammaturga inglese, morta suicida appena ventottenne, di anni ne aveva solo 24, ma il suo talento era già riconosciuto e difeso dagli attacchi dei benpensanti da Harold Pinter ed Edward Bond, scandalosa Kane che divide ancora oggi: ma seduti fra gli spettatori, si percepisce una tensione emotiva fortissima mentre sul palcoscenico, che rappresenta una stanza d’albergo con porte e finestre che si aprono su un mondo invisibile, ci arrivano rumori inquietanti, spari, urla o uno stupefatto e incredibile silenzio. Siamo a Leeds, Inghilterra, ma potremmo anche essere in Kossovo (le immagini di quella guerra impressionano enormemente l’autrice) dove imperversa un’atroce pulizia etnica. Lì dentro, come in un girone infernale, un uomo e una donna, si rinchiudono e si dilaniano fra stupri, cannibalismo, sangue, paradigmi di una vita borderline.


UN AMORE MALATO

In fin dei conti non ci interessa poi molto che lui, Ian, sia un giornalista e forse anche un killer o una spia e che lei, Cate, sia una ragazza fragile, che soffre di epilessia. Quello che ci cattura è lo scontro apparentemente senza scampo fra i due. Non si risparmia e non ci si risparmia nulla Sarah Kane in questa pièce che Elio De Capitani ha messo in scena con la convinzione di trovarsi di fronte ad un testo epocale. In quella stanza-mondo il regista sviluppa con vigore, nelle scene sempre più sfatte di Carlo Sala, questa aria di finis terrae che Paolo Pierobon ed Elena Russo Arman ci restituiscono con impressionante identificazione. Qui il cerchio si chiude: mentre tutto intorno crolla, arriva un soldato, pronto a sua volta a violentare e torturare Ian per compiere su di lui, in un rito sacrificale, tutto il male che è stato fatto alla sua donna.