Sarah Kane aveva appena ventitré anni, nel 1994, quando scrisse Blasted, la prima delle cinque commedie che le avrebbero dato fama in tutto il mondo del teatro, e l'ultima delle quali, 4,48 Psycosis, lei non potè vedere in scena perché pochi mesi prima si era tolta la vita. Già da Blasted e dallo scandalo suscitato si sarebbe potuto capire la fine di una scrittrice come lei che del mondo aveva, moralmente, una visione catastrofica senza speranza.
Blasted può voler dire dannati, scoppio, maledetto... insomma tutto il male immaginabile nel mondo: il cancro, la violenza, la guerra...
Appunto quel che succede nella camera d'albergo dove Ian, giornalista di cronaca nera, si e portato appresso Cate, già sua amante, con la qua le vuole ancora una volta avere un rapporto, divorato com'è dal male inesorabile per cui presto morirà. Ma il desiderio d'amore diventa cieca violenza, e Cale è stuprata. Un atto bestiale di oscenità, al quale fa eco distruttrice l'esplosione di una bomba. Perché c'è la guerra e la guerra la perla anche dentro alla camera d'albergo un soldato che ha perso la sua donna e qui, ora, è lui che violenta e sodomizza Ian, accecandolo, e alla fine si uccide. Nella camera che crolla e inghiotte i corpi nello sfacelo della ferocia, si svela appena l'ombra di Cate con un bimbo raccolto dalle braccio di una madre morente.
L'orrore del disumano racconto si è fatto, con la regia di Elio De Capitani, uno spettacolo di sconvolgente crudezza, sì, ma ordinato con pietosa intelligenza, come richiamo alla realtà dell’essere; interpreti di intensa, commovente verità Paolo Pierobon, Elena Russo Arman, Andrea Capaldi.