Cacciato dal proprio regno, naufrago su un’isola solitaria, Prospero, duca di Milano, attende il tempo della vendetta e del perdono. Da una baracca immersa nella sabbia, che nello spettacolo si trasforma ora in teatrino dei pupi ora in piccolo palcoscenico, il duca governa la natura e gli spiriti che popolano quella terra con il potere delle arti magiche. “Un caso fra i più strani” spinge i suoi nemici – il fratello Antonio e il re di Napoli, Alonso, con tutta la corte – verso le sponde dell’isola e qui la tempesta, “messa in scena” dal suo servo, lo spiritello Ariel, disperde i nobili e l’equipaggio, riducendoli a fragili pedine dei suoi disegni.
Ferdinando Bruni dà voce e corpo ai personaggi della favola shakespeariana con una corte di fantocci, marionette e burattini che Giovanni De Francesco, giovane artista siculo-bergamasco, ha creato assemblando materiali di recupero, pezzi di bambola, conchiglie, coralli, ossa, teschi lavorati dal mare e dal tempo. Miranda, figlia di Prospero, il giovane principe Ferdinando suo innamorato, Alonso, Gonzalo, Sebastiano e Antonio sono surrogati di corpi, relitti trovati su una spiaggia, figure visionarie e oniriche che ricordano nelle dimensioni le marionette giapponesi del Bunraku e tornano in vita animate da due servi di scena. Le parti dei marinai Trinculo e Stefano e del mostro Calibano sono invece affidate a burattini a guanto e parlano, nella traduzione di Ferdinando Bruni, il dialetto salentino e un gergo marinaresco che ne riattualizzano la comicità concreta.
Magie, visioni ingannatrici e, più di tutto, suoni e musiche incantatrici popolano l’isola, orchestrate dall’attenta regia di Prospero, per scompigliare i destini dei suoi amici e nemici, fino allo scioglimento finale, quando “un’armonia profonda che consola e che guarisce” si spargerà su tutti e tutto.
Dopo il successo di SdisOrè, diretto da Francesco Frongia e interpretato da Ferdinando Bruni, un monologo con cui Testori esprimeva il suo atto di fede nel perdono cattolico, questo nuovo spettacolo propone una riflessione sulla possibilità di un perdono “laico”, nel senso della riconquista di un equilibrio compromesso. Gli strumenti sono nuovamente quelli del teatro popolare e del coinvolgimento emotivo, seguendo la strada indicata da Shakespeare e riadattando il testo nella forma di un’opera musicale, che si avvale degli importanti contributi di Mauro Ermanno Giovanardi, voce e autore dei La Crus, Fabio Barovero, creatore dei Mau Mau, della Banda Jonica e già fisarmonicista di SdisOrè, e Gionata Bettini, compositore di musica elettronica e ingegnere del suono.
... l’allestimento dà, a livello attorale, tutta la misura della matura perizia di Bruni. Che si propone come il legittimo erede di Carmelo Bene nell’arte della phoné e nel contempo, a due anni dalla sua straordinaria interpretazione di SdisOrè, si conferma come l’ideale continuatore del teatro degli Scarrozzanti di Testori. ... il Prospero di Bruni, prima di spezzare la bacchetta degli incantesimi prende coscienza alla fine, laicamente, delle virtù, del perdono: proprio come emerge dalla fiabesca moralità scespiriana. Bruni e Frongia si erano ripromessi «di fare di questa Tempesta una materia magica capace di fare emergere da simulacri di corpi, parole, immagini e musica, le emozioni, i sentimenti e i pensieri dell’uomo». Come aveva inteso fare Shakespeare. Per cui: nessun tradimento.
... Prospero-Bruni arriva in scena su di un carro di Tespi dove trasporta tutto il suo arsenale teatrale. Gli basta una pedana cosparsa di sabbia e di conchiglie o su un palco improvvisato per dare corpo alle strane presenze di cui è popolata l’isola che l’ha accolto. ...Una prova notevole quella dell’attore, molto sorvegliata e priva di compiacimento: del resto da tempo Bruni è andato alla ricerca di un rapporto fisico con la parola. In La Tempesta lo fa non tanto recitando Shakespeare battuta per battuta quanto raccontandolo emozione per emozione. Dando una sua risposta, semplice ma non banale, alle domande iniziali: Shakespeare è la quintessenza del teatro e noi i suoi consapevoli interpreti e spettatori.