Interpretato e diretto da Mario Perrotta, scritto a quattro mani con Nicola Bonazzi, Italiani cìncali! Andata e Turnàta è un progetto teatrale diviso in due parti sull’epopea di milioni di italiani costretti a emigrare nel secondo dopoguerra. Emigranti di scarto rispetto a coloro che partivano per l’America o per il nord Italia, quelli che venivano arruolati in Svizzera, in Germania o in Belgio si trovavano nella condizione di eterni stagionali.
A chiusura il percorso di ricerca durato tre anni, saranno presentati, prima a Roma al Teatro Palladium (13/18 febbraio) e poi a Milano al Teatro Leonardo, una mostra fotografica e un breve documentario sui protagonisti delle storie narrate nei due spettacoli nel Progetto Cìncali.
Nella prima parte del progetto, Minatori in Belgio, che descrive l’esilio dei nostri connazionali in Belgio, Perrotta dà voce alla fantasia di un giovane postino che, per fare coraggio alle donne rimaste sole in paese, racconta di un nuovo mondo meraviglioso: un viaggio all’indietro alla ricerca di radici e di riscatto. «Perrotta fa ripartire il teatro da una sedia e un bicchier d’acqua. ... Narra con passione, alternando la prosa della cronaca alla poesia della testimonianza orale» (Attilio Scarpellini, Diario).
Nella seconda parte, è Nino, nove anni, l’aedo della Turnàta, viaggio familiare tragicomico dalla Svizzera verso l’Italia. Zurigo-Lecce 1400 Km: un'avventura. “Se sei emigrante la prima cosa che devi imparare è che una enùta è solo una enùta, una turnàta è per sempre”. Nel 1990, quando approdava la prima nave carica di albanesi nel Salento, c’erano ancora mille bambini italiani clandestini in Svizzera. Negli anni Settanta, l’altro ieri, erano trentamila. Insomma eravamo noi italiani i cìncali, gli zingari d’Europa.
Il risultato è di grande coinvolgimento, anche perché, con estrema facilità e una notevole sapienza drammaturgica che calibra il racconto in un delicato equilibrio tra pubblico e privato, tra soggettivo e oggettivo, il narratore passa dalla prima persona di Pinuccio alla terza del dato storico, sociologico e politico. Ne viene una serata di importante teatro civile, proprio in un momento in cui non dimenticare quello che siamo stati, ci aiuta a capire meglio, di più e con più umanità chi oggi, novelli cìncali, rivive odissee che sono anche nel nostro patrimonio storico e culturale. Lunghi e commossi gli applausi che hanno siglato la bella prova di Perrotta.
Il lavoro è stato scritto a quattro mani con Nicola Bonazzi dallo stesso interprete, e Perrotta non soltanto è energico, fantasioso e limpidissimo nell'incedere di quel fitto tessuto verbale e narrativo, ma è capace di mostrarci quelle vicende tristi con una luminosa ironia, uscendo, di tanto in tanto, dalla polifonia del racconto per inquadrare i fatti con cifre e notazioni storiche.