Giò, cantante dei La Crus, con tono baritonale e portamento confidenziale da crooner, con sfumature che alternano la nitidezza timbrica al fragile struggimento, all’urlo gentile di un “cuore a nudo”, ci accompagna in questo viaggio musicale insieme a Fabio Barovero, impegnato al pianoforte e alla fisarmonica. Nome noto al pubblico dell’Elfo - era infatti in scena al fianco di Bruni in sdisOrè e ha firmato con Giò le musiche della Tempesta – anche Barovero è compositore e interprete eclettico, oggi autore di colonne sonore, dopo dieci anni con il gruppo Mau Mau e l’esperienza con la Banda Ionica.
Il loro lavoro s’incrocia di nuovo con quello di Ferdinando Bruni, partner ideale che, all’interesse per un teatro di poesia, unisce la voglia di sperimentare a tutto campo vocalità in continua evoluzione e con quello di Francesco Frongia, regista che torna a una forma di spettacolo che gli è particolarmente congeniale (e che definire recital appare riduttivo), in cui la poesia trova con la musica dal vivo il punto di fusione più incandescente.