Teatro dell'Elfo dal 12 dicembre '05 all'8 gennaio '06


Morte accidentale di un anarchico
di Dario Fo

regia Ferdinando Bruni e Elio De Capitani

con Ferdinando Bruni il matto
Luca Toracca il questore
Paolo Pierobon commissario sportivo
Giovanni Palladino commissario Bertozzo
Mercedes Martini la giornalista
Luca Altavilla l’agente
scene e costumi di Carlo Sala
luci di Nando Frigerio
una produzione TEATRIDITHALIA


Debuttato al Teatro dell’Elfo il 2 dicembre del 2002 e accolto a Milano da un pubblico di 10.000 persone, Morte accidentale di un anarchico nella versione di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani torna in scena il 12 dicembre, in occasione del trentaseiesimo anniversario della strage di piazza Fontana. Una commedia esilarante nella quale l’ironia più surreale di Dario Fo  va di pari passo con la volontà di reclamare piena verità sulla strage di piazza Fontana e sulla morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli. Una verità che, come sappiamo, è stata lungo indagata dai tribunali, che hanno ridisegnato con un puzzle inquietante trenta anni di storia del mostro paese senza tuttavia riuscire ad assegnare alla giustizia i colpevoli. Il ferroviere Pinelli, accusato con Pietro Valpreda di aver messo la bomba nella Banca dell’Agricoltura il 12 dicembre del 1969, volò da una finestra della Questura di Milano durante un interrogatorio alcuni giorni dopo.
Nel testo di Fo si utilizzano dichiarazioni delle forze dell’ordine, che tentando di spiegare l’accaduto offrivano già di per sé spunti tragicomici e paradossali, e si portano alle estreme conseguenze le falsificazioni, le incongruenze e i meccanismi del depistaggio. Un pazzo mitomane, affetto da irrefrenabili manie trasformiste, si introduce negli uffici della questura di Milano: le sue capacità mimetiche sono eccezionali e, come se non bastasse, in manicomio ha avuto modo di studiare codici e codicilli, è quindi un gioco per lui farsi scambiare per un giudice revisore, mandato dalla capitale a controllare il lavoro del questore e del commissario.

Così le posizioni si ribaltano e i funzionari da inquisitori diventano inquisiti, pronti a smontare da soli le proprie cervellotiche versioni con effetti esilaranti.
Interpretato nella precedente edizione da uno scatenato  Eugenio Allegri, il matto sarò quest’anno Ferdinando Bruni, che ritorna a un ruolo comico dopo la brillante prova dei Due Gemelli veneziani.

DALLA RASSEGNA STAMPA

Aspettatevi ritmo e diavolerie. Immaginatevi un carrilon funambolico con guizzi lazzi e trovate, foolerie e verità: atroci, tragiche verità. Alla fine, con il divertimento in tasca, con lo spasso smargiasso negli occhi, vi troverete lucidata anche la memoria. Perché fare teatro è fare società. È dare alla comunità civile un luogo dove riflettere e riflettersi, ridere e ricordare. Ricordare qualche buona idea.
Gianluca Favetto, Il Diario

L'allestimento di Morte accidentale di un Anarchico diretto da Ferdinando Bruni e Elio De Capitani dovrebbe far cambiare parere a chi pensa ancora che gli accademici di Stoccolma abbiano preso un abbaglio. (…) ma in questo caso fecero centro, segnalando un talento straordinario. Trovatemi un altro autore vivente che sappia coniugare come Dario Fo quando è al suo meglio l'impegno con l'umorismo, lo sdegno civile con la giocosità, la buffoneria con l'assenza di volgarità!
Masolino D’Amico, La Stampa

Coadiuvati dalla bella scenografia di Carlo Sala, un allucinato paesaggio di fascicoli e incartamenti, polveroso e un po’ sbilenco, i due registi portano in luce le sottili nervature gogoliane della vicenda, evidenti nel finale, che richiama apertamente L’Ispettore generale, e danno spessore anche ai ruoli di contorno trasformati in maschere grottesche… È però il livello dell’intero complesso a rivelarsi insolitamente alto e omogeneo.
Renato Palazzi, Il sole 24 ore

I due registi governano questa farsa feroce con ritmo sostenuto, e ne fanno apprezzare la maestria con la quale è stata scritta, i meccanismi della Commedia dell’Arte che Fo usa con straordinaria abilità e l’aria gogoliana che si respira. Pagliacceschi, animaleschi e ridicoli i bravi Luca Toracca, Gianni Palladino, Paolo Pierobon, Luca Altavilla e Mercedes Martini ben seguono il disegno registico in un ottimo spettacolo che ha nelle parole di Licia Pinelli che chiede verità, un prologo struggente.
Magda Poli, Corriere delle Sera